giovedì, giugno 07, 2007

Il coraggio del coniglio

Oggi sono scappato dalla zia Nella furtivo con il terrore che mi chiedesse dela quarta non consegnata; una volta fuori Francesca mi ha detto che serenamente le aveva detto che l'avrebbe spedita stasera...come dire, mi sono sentito un coniglio, nemmeno di quelli tanto grossi.

Tornando a noi, non avendo ancora finito di scrivere Manganelli (tra l'altro, ho scoperto di avere lo stesso incipit di Dilly) sul treno ho comunque intrapreso la lettura della Ortese. Non so è il piglio femminile (che amo molto, s'è capito), l'atmosfera ottocentesca o il narratore onnisciente, ma diciamo che dopo Manganelli, i borboni mi sanno un po' di muffa.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Caspita Igor, hai sbagliato tutto! Non avresti dovuto leggere sul treno, ma scrivere... ti assicuro, dopo un po' l'ispirazione arriva; io ho passato tre quarti d'ora a guardare fuori dal finestrino sbuffando e poi in dieci minuti ho scritto le prime cose che mi sono passate per la testa, comprensive di seconde opzioni. Poi sono salita sull'autobus e lì, per decidere la versione definitiva, ho fatto la conta fra le opzioni. Infine, una volta a casa, ho ricopiato il tutto sul pc. Eh, quante esperienze in un sol viaggio!
Francy

Anonimo ha detto...

comunque l'atmosfera della ortese è settecentesca... :)

Mentetropicale ha detto...

I certosini sono sempre al lavoro..:)